Viaggio nella storia della città
La macchina del tempo esiste, allora. È la città, che con la sua successione di luoghi trasporta le persone avanti e indietro nel corso della storia. Non solo le vie e gli edifici, i monumenti e l’architettura: a fare vivere, e convivere, il fascino del passato e i linguaggi di domani ci pensano soprattutto i negozi.
Pochi isolati possono ospitare interi universi. Merito dei negozi che, con la loro varietà, danno accesso a epoche e mondi differenti. Ogni porta che si apre, una scoperta.
Per chi vuole viaggiare indietro negli anni non c’è luogo come il cuore di Torino, alle spalle di piazza Castello, dove resistono con orgoglio presenze vecchie anche di due millenni. Stiamo parlando della Porta Palatina che, insieme al vicino parco archeologico, rappresenta la traccia più evidente del passato romano della città. Con le sue due torri in mattoni, la porta era uno degli ingressi all’insediamento fortificato dei Latini, la colonia fondata sotto il nome di Augusta Taurinorum in un anno databile tra il Primo Secolo a.C. e d.C., e ancora oggi segna idealmente l’accesso al nucleo più antico della città.
L’area del Quadrilatero Romano corrisponde di fatto a quella occupata dal castrum, l’abitato a pianta rettangolare tipico delle città di origini latine. Venti secoli dopo, la zona riunisce più identità – culturale, turistica, alberghiera – mostrando in modo esemplare il cambio di vocazione della vita cittadina. Bar storici e cucine dal mondo, piccoli artigiani e spazi votati alla creatività: sulle strette vie pavimentate in porfido si concentrano vetrine curate e dehors sempre pieni, come sui tre lati di largo IV Marzo.
La piazzetta triangolare, che ogni sera richiama a sé gruppi nutriti, è il luogo che più evoca il periodo medievale a Torino. Sui tavolini all’aperto affaccia Casa del Senato, edificio del XIV Secolo con tanto di celle sotterranee, valorizzato da un coraggioso intervento di architettura contemporanea. Sul lato opposto, l’antico palazzo in mattoni all’angolo era l’Albergo della Corona Grossa, la “struttura ricettiva” di riferimento per nobili e diplomatici in visita ai Savoia. Casa Broglia, il ristorante di specialità piemontesi al piano terra, riprende l’altro nome con cui era conosciuto l’edificio.
Casa Broglia
Ristoranti
via Torquato Tasso 13/C
La prossimità è il leitmotiv di questa attività. La selezione delle materie prime passa dal vicinissimo mercato di Porta Palazzo, che permette di offrire prodotti sempre freschi e stagionali, riducendo così le emissioni legate al trasporto. Scopri di piùBastano pochi passi e, oltre un vecchio trompe-l’œil, si apre piazza delle Erbe o, come si fa chiamare oggi, piazza Palazzo di Città. Luogo dell’antico mercato cittadino, sede del municipio già dal Medioevo, probabile sito del foro romano, la piazza nasconde strati e strati di storia. L’attuale aspetto barocco è merito dei grandi architetti di corte, prima Francesco Lanfranchi e poi Benedetto Alfieri, responsabili rispettivamente del Palazzo Civico (1663) e della piazza porticata (1756).
Nonostante i compiti istituzionali, la piazza non rinuncia affatto alla vocazione commerciale. Ogni prima e seconda domenica torna luogo di mercato agricolo, grazie alle bancarelle dei piccoli produttori locali di Campagna Amica e La Spesa in Campagna. Soltanto su un angolo si contano due EPIC: il Bar Antica Piazza delle Erbe, in servizio dal 1935, e l’Erboristeria Foscarol con i suoi tantissimi barattoli di erbe officinali ben ordinati sugli scaffali. E per restare in tema di specialità vegetali, i locali storici all’imbocco della vicina via Corte d’Appello, già sede della storica Torrefazione Moderna, da alcuni anni fanno da casa a The Tea e alle sue duecento varietà di tè. Proprio di fronte, all’angolo con via Milano, si può osservare la base in mattoni della torre civica, mai completata.
Via Corte d’Appello si inoltra da lì tra i blocchi del Quadrilatero, in passato chiamati “isole” e ognuno intitolato a un santo. Ogni strada, ogni edificio qui attorno racconta di mille evoluzioni e avvenimenti. Il palazzo tra via Sant’Agostino e via delle Orfane ospitava il Senato piemontese, sede del potere giudiziario. Subito dopo c’è il seicentesco Palazzo Falletti di Barolo, dove lavorò Silvio Pellico, autore di grande influenza sul Risorgimento italiano, e ora sede del Museo della Scuola e del Libro per L’Infanzia (Musli). Pochi metri ancora e l’obelisco segna l’arrivo in piazza Savoia, dove le residenze nobiliari si contendono la scena. Sulla piazza ha parte delle sue vetrine anche la Farmacia Collegiata: non fosse per le colorate confezioni moderne, sembrerebbe di stare nel Settecento a guardare gli arredi in legno.
Farmacia Collegiata
Salute & benessere
via del Carmine 1
Ci sono negozi le cui origini si perdono nei secoli. Prima dell’arrivo della famiglia Ferrero, che già conta cinque generazioni succedutesi dietro il bancone in quasi cent’anni, la farmacia era già attiva e da molto tempo. Scopri di piùLa scelta più comune per tornare verso piazza Castello è via Garibaldi, prima strada pedonalizzata di Torino e via pedonale più lunga d’Italia, meta obbligata per le passeggiate del fine settimana. Anche in questo caso la storia è lunghissima – la via, ampliata e “ristrutturata” nel XVIII Secolo, chiamata Contrada di Dora Grossa ancora fino al 1882, ricalca con il suo tracciato niente meno che il Decumano massimo su cui si sviluppava la città romana – ed è una storia strettamente legata al commercio.
Una dopo l’altra, le vetrine al piano terra dei palazzi settecenteschi sulla via raccontano l’evoluzione più recente del commercio. Ad alternarsi alle vetrine dei marchi internazionali resistono però tante insegne locali, come Lamera Maglieria e Confezioni, negozio d’abbigliamento con oltre settant’anni di storia. Altre attendono la loro affezionata clientela lungo le viuzze laterali, un po’ discoste dalla folla, come Olsen Torteria, un riferimento in città per chi cerca un ambiente accogliente dove gustare ricette vegane e vegetariane.
In un percorso dedicato al commercio, svoltare in via Mercanti sembra una scelta obbligata. Gli stendardi sospesi fra i palazzi annunciano l’ingresso nella Contrada dei Guardinfanti, come si definisce con orgoglio questa porzione di centro città fatta di viuzze in pavé e piccole botteghe. Il nome si deve ai laboratori che qui, epoche addietro, costruivano appunto i “guardinfanti”, e cioè quelle strutture a campana usate per gonfiare le gonne delle dame secondo le mode in voga tra Cinque e Settecento – così proteggendo il grembo. Toponomastica a parte, le stradine dietro via Garibaldi mantengono un’atmosfera tutta loro anche a secoli di distanza. Alle realtà eredi della tradizione produttiva si sono aggregate imprese innovative o da universi distanti, per una zona ricca e varia come poche altre a Torino.
Contiene moltitudini, la città. L’antico e il moderno. Il superfluo e l’essenziale. Le tradizioni locali e la curiosità per il mondo. Tutto in poche vie, se non sulla stessa strada.
Nel reticolo stretto tra via Mercanti, via Barbaroux, via San Tommaso si trovano attività custodi di saperi artigianali come l’Antica Fabbrica Passamaneria Massia Vittorio 1843, già fornitrice di articoli tessili per la casa reale e oggi giunta alla sesta generazione. O come Pellerino dal 1880, cartoleria dal vasto inventario di fogli, tele, articoli per le decorazioni e il restauro, specializzata nella creazione di scatole su misura. In fatto di cartotecnica, nei pressi c’è anche Bottega Fagnola, negozio e laboratorio di legatoria a conduzione familiare. Fra artigianato e arte lavora infine L’Estampe, galleria di stampe, disegni e dipinti che si dedica anche alla produzione e al restauro di cornici.
La “contrada” è anche centro del gusto – e d’altra parte qui aprì il suo negozio quel Luigi Lavazza capostipite di una storia industriale. Proprio in via San Tommaso, la Latteria Bera è conosciuta per la panna montata sul momento e l’assortimento di formaggi. Svoltato l’angolo, una seconda storia al femminile: l’elegante negozio di Tasting Life, dove perdersi tra i profumi di centinaia di tè e miscele. A un isolato appena, la Confetteria Pasticceria Guardia è un piccolo tempio dedicato all’arte della dolcezza.
Quanti viaggi si possono compiere nel giro di pochi angoli? In via Barbaroux la collezione di oggetti d’artigianato e vestiario di Pachamama vale il catalogo di un’agenzia viaggi: dal Messico al Medio Oriente, dal Maghreb al Tibet, grande amore della fondatrice. Altromercato – Mondo Nuovo, principale bottega del consorzio equo e solidale Altromercato, è una finestra aperta sulla produzione alimentare sostenibile e la moda etica sul territorio e nel mondo. Ai piedi di Casa Romagnano, con i suoi particolari dal XV e XVI Secolo, si può partire per l’Oriente estremo grazie alle piante bonsai e ai kokedama curati da Bonsaito. Quello che propone Novena non è un viaggio nello spazio bensì nel tempo, grazie alla sua raccolta di oggetti di antiquariato – per ognuno una storia da raccontare.
Dopo l’artigianato e il gusto, l’antichità e le culture del mondo, è il turno della moda. Nel salotto di Fresh si incontrano brand internazionali dell’abbigliamento maschile (casual e per l’outdoor) e produzioni originali create dal duo di gestori. Sul lato a fianco dello stesso stabile ha trovato la sua sede torinese Artigianino, marchio di pelletteria romano – borse, cinture e portafogli in vendita nascono però qui in laboratorio. Un po’ più in là, in via Bertola, l’accogliente spazio di Luciana Bulgarelli Gioielli espone con eleganza pietre e creazioni realizzate da piccole realtà italiane. Le porcellane di Prochet e gli elementi di arredo di Chave 1890, entrambi negozi affacciati su via Micca, portano la loro visione di stile negli ambienti di casa.
Via Pietro Micca segna un confine ideale tra il Quadrilatero antico, più “raccolto” e riparato dal traffico, e la porzione di centro città che guarda verso via Roma, piazza Solferino e la vecchia Cittadella militare. La strada intitolata all’eroe dell’assedio del 1706, quando Torino seppe resistere all’esercito francese, taglia di netto la scacchiera ortogonale degli isolati e ci trasporta idealmente verso un’altra epoca. I lavori di rinnovamento per la “via diagonale” risalgono a fine Ottocento, come dimostra lo stile eclettico delle costruzioni – tra gli esempi più illustri c’è Palazzo Bellia, l’edificio con i portici e le quattro torrette tra via San Tommaso e via XX Settembre, nelle cui decorazioni è già possibile riconoscere le prime forme del futuro stile Liberty, il gusto floreale che da lì a qualche anno conquisterà l’architettura torinese.
La strada conduce in piazza Solferino, e anche in questo caso la storia del luogo incrocia quella del commercio. Ancora per tutto il Settecento, fino all’abbattimento delle mura difensive che circondavano la città, la spianata che occupava questa posizione era di fatto la periferia della città e ospitava il mercato del legno, dove acquistare appunto legname, paglia, fieno – da cui il nome anche di “piazza del bosco”. Solo con la metà dell’Ottocento sarebbero arrivati i progetti per trasformarla nel luogo dall’aspetto signorile ammirabile adesso, con il Teatro Alfieri e la fontana Angelica. Incredibile pensarlo, ma è ancora possibile incontrare un’attività che precede quei tempi: è Candele Conterno dal 1795, oggi come allora “fabbrica di cera”, o meglio laboratorio e negozio di candele.
Candele Conterno dal 1795
Casa
piazza Solferino 3
La storicità di questo luogo è raccontata bene dalla dicitura inconsueta sull’insegna d’altri tempi: “Fabbrica di cera”. Nel pieno del suo terzo secolo di attività, Candele Conterno continua a distinguersi nel panorama commerciale di Torino, grazie alla sapienza artigianale e un’offerta originalissima. Scopri di piùLasciando la piazza per via Santa Teresa, è tempo di un ultimo salto nel passato. Il primo tratto è un’infilata di attività storiche in successione. All’altezza di via San Francesco d’Assisi, la Farmacia Solferino accoglie la sua clientela in un prezioso ambiente anni Venti. Basta attraversare la strada e l’insegna d’angolo del Pastificio Giustetto invita a entrare in una delle botteghe storiche più note del centro città: oggi il pastificio condivide parte dei locali con l’Osteria-Enoteca Rabezzana, altra attività con un secolo di esperienza alle spalle. Uno dietro l’altro, qui i negozi sembrano davvero competere per persistenza – oltre che per dinamismo ed eleganza. Prima di giungere da Ottica Bonino, con i suoi centodieci anni di esercizio e un impegno recente nel campo dello spettacolo, è impossibile mancare le vetrine impeccabili di Moda del Guanto, negozio iper-specializzato con tanto di primato nazionale: nel suo ambito, è il più longevo in Italia.




