Torino Riflessa. La città vista dalle vetrine

La vitalità del commercio locale si arricchisce di un nuovo racconto. Su iniziativa di Città di Torino, la casa editrice EDT ha pubblicato una guida dedicata alle attività di prossimità cittadine: Torino riflessa. La città vista dalle vetrine. Un volume per orientarsi, o perdersi, fra le storie di botteghe storiche, negozi di vicinato e nuove realtà che contribuiscono alla qualità di vita di cittadini e cittadine e alla bellezza dei luoghi.

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A firmare il libro sono Stefano Cavallito e Alessandro Lamacchia, conosciuti come autori della celebre guida ai ristoranti I Cento di Torino e per il loro lavoro sulla Repubblica. Al loro evocativo racconto si uniscono le fotografie della città e dei negozi, in maggior parte realizzate da Michele D’Ottavio e Federico Masini.

L’iniziativa vede la collaborazione di ASCOM Confcommercio Torino e Provincia e Confesercenti di Torino e Provincia.

“Le vetrine di Torino svelano il cuore di una città sempre in movimento. Dai fasti reali alle officine, dalle botteghe ai mercati, dalle riconversioni industriali ai trionfi di zucchero e cioccolato, la storia della città si intreccia con il suo presente in continua evoluzione”

Come suggerito dal titolo, la prospettiva si inverte: la guida non offre una panoramica dall’alto della città, sulle piazze e sui luoghi più noti. Per offrire una lettura diversa della città a turisti, residenti e appassionati, gli autori superano la soglia d’ingresso delle attività, guardano dietro ai banconi, tra gli scaffali, nei forni e nei laboratori. È un’immersione nei luoghi del commercio locale, là dove il commercio assume un volto più che mai umano.

La guida si sviluppa in dodici percorsi, ciascuno distinto da un tema o da un’area specifica. Si parte dagli odori e i profumi che riempiono le strade e i vicoli storici, dai forni antichi alle preziose fragranze in vendita nelle storiche profumerie di Torino. Si passa poi per il Balon e per Porta Palazzo, “luogo dove storie, culture e commerci si intrecciano in un mosaico multiforme”.

I due percorsi successivi indagano il rapporto tra passato e innovazione vissuto da mobili, arredi, luoghi ed edifici dedicati a nuove iniziative commerciali. Si parla delle celebri devanture, storiche cornici di ferro o legno per le facciate dei negozi di oggi, ma anche dei grandi casi di recupero di ex fabbriche e spazi industriali per nuovi utilizzi.

Il commercio scende in strada nel percorso dedicato ai mercati rionali e al loro “legame simbiotico” con i negozi di quartiere: “i banchi del mercato attraggono clienti con prodotti freschi e locali, ma è nei negozi degli immediati dintorni che si perfezionano gli acquisti”. Il capitolo successivo si dedica invece al quartiere di Barriera di Milano, con la sua ambiziosa evoluzione che dagli anni Sessanta prosegue ancora oggi.

Dai tessuti importati dalla corte sabauda alle boutique di moda contemporanea, la sobrietà è il fil rouge di una storia secolare di eleganza, nel capitolo intitolato “Lo stile di Torino”. Da qui, il passaggio ai laboratori artigianali è quasi naturale: “ogni bottega è un mondo sospeso, dove il tempo rallenta e la modernità si ferma, lasciando spazio alla pazienza e all’arte”.

Dulcis in fundo, o quasi. Il penultimo capitolo esplora i caffè, le pasticcerie e le confetterie che definiscono l’immaginario di Torino con le loro specialità, dai bonbon al bicerin ai prodotti di pasticceria. Il finale del libro è riservato alle chicche nascoste tra le strade e nei quartieri: quei negozi unici per storia e offerta, motivo di orgoglio per la città e i suoi abitanti.

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