Dalla Dora al Po
Lungo il Po e la Dora, là dove il paesaggio urbano tocca la natura, trovano spazio grandi parchi e giardini, sentieri, piste ciclabili e, appena un passo indietro, borghi e quartieri di epoche diverse – ognuno con i propri negozi simbolo.
Il fascino dei palazzi riflessi sulla superficie, la presenza rinfrancante dell’acqua in città – quello fra Torino e i suoi fiumi è un felice gioco di sponda.
Il Po è il grande fiume italiano che, piene a parte, costeggia placido la città regalando paesaggi da cartolina ad abitanti e turisti. Ma è la Dora Riparia il corso d’acqua a cui Torino deve buona parte del suo primo sviluppo industriale, quando la corrente del fiume alimentava sotto forma di energia le piccole e medie fabbriche sorte sopra i terreni sulle due sponde – anche grazie a un ingegnoso sistema di canali oggi scomparsi. È quel che è accaduto in quartieri come San Donato, Borgo Dora, Aurora.
L’itinerario parte proprio da Borgo Rossini, parte finale di Aurora seguendo il corso della Dora, e dal suo dinamico tessuto di attività commerciali in cui convivono botteghe artigianali, vecchi negozi e spazi creativi, oltre a una buona dose di bar, ristoranti e locali. Fra le “istituzioni” della zona, in corso Regio Parco c’è la Pasticceria Raspino, dal 1959 a conduzione familiare: le torte sono la specialità, gli interni aggiungono un tocco retrò. Tra le attività più recenti, in via Catania si trova il raffinato negozio di Camellia, spazio dedicato al tè e alla sua ricchissima cultura.
In Borgo Rossini
Basta una visita breve per cogliere la bellezza di questa porzione di città: le vecchie case ristrutturate, i cammini alberati al centro dei viali, ma anche tanti interventi di recupero. Fra i simboli della “seconda vita” di Borgo Rossini, il più noto è il Basic Village, quartier generale del gruppo BasicNet sorto in quel che un tempo era lo stabilimento del Calzificio Torinese. Al piano terra è aperta al pubblico la pizzeria Fratelli La Cozza, attività che con la sua personalità ironica ha fatto scuola.
Tornando al fiume, ponte Rossini e la piazzetta all’imbocco del borgo, luogo d’aggregazione che tutte le sere richiama giovani alle sue panchine, sono fra i principali “punti di contatto” fra la Dora e la città. Tutta Aurora è senza dubbio il quartiere che intrattiene il rapporto più stretto con il fiume – come dimostra il progetto cittadino Tonite e le sue azioni per riqualificare le aree attorno alla Dora.
Qui il corso d’acqua disegna un’ampia curva e corre verso il Campus Luigi Einaudi, sede dell’Università di Torino progettata dal celebre architetto inglese Norman Foster e simbolo della nuova Torino universitaria. Il campus, lo studentato e le vicine abitazioni popolari formano un interessante polo di aggregazione, a cui si uniscono gli spazi verdi di viale Mai e corso Farini, entrambi oggetto di interventi di rigenerazione. Questa è anche l’area degli storici impianti Italgas e, non si offenda Foster, ma i veri “landmark” rimangono loro: le strutture cilindriche dei due vecchi gasometri di Vanchiglia.
L’ultimo tratto del fiume costeggia il parco della Colletta e, sull’altra riva, i palazzi di Vanchiglietta. Il quartiere, perlopiù residenziale, è servito dai tanti negozi affacciati sulla strada principale, corso Belgio, dove si è installata anche la Libreria Therese, dal 2007 la libreria di zona. Questa porzione di città è di fatto una “penisola” disegnata dai due fiumi, la Dora da una parte, il Po dall’altra, che si uniscono poco distante – la confluenza rimane un po’ nascosta, ai margini di un parchetto. Tempo di imboccare ponte Sassi e iniziare un nuovo corso (d’acqua).
Tra Vanchiglietta e Sassi
Da qui in avanti, l’itinerario risale il Po sull’asse di corso Casale. Guardando a sinistra, verso la stazione della cremagliera che porta alla Basilica di Superga, si trova Borgata Sassi – e per chi ama il formaggio, e i gusti più ricercati, qui c’è un “angolo” da non perdere: El Canton dij Formagg. Voltando a destra, la strada rientra verso il centro della città e, sempre proseguendo ai piedi della collina, porta presto a Madonna del Pilone, quartiere conosciuto per la chiesa barocca da cui prende il nome, per il vecchio motovelodromo costruito nel 1920, ora polo sportivo, e per il mercato di piazza Borromini. Chi desidera godersi la vicinanza al fiume è nel posto giusto: una lunga passeggiata costeggia la sponda passando dietro le case.
Camminare lungo il fiume è un piacere. La vista dell’acqua, il suono continuo della corrente, l’aria più fresca. Attenzione a non trascurare le bellezze della città, però, e dei suoi tanti negozi.
All’altezza di Parco Michelotti è il turno dell’elegante Borgo Po. È facile farsi ingannare dall’atmosfera tranquilla, un po’ appartata, di queste vie in leggera salita. Ma i dintorni di via Monferrato, che da qualche anno è strada pedonale, ospitano una vita di quartiere fatta di lunghe amicizie, animata da negozi, piccole piole, insegne locali. A metà della via c’è L’Orto Già Salsamentario, ristorante vegano che ha recuperato gli spazi della salumeria aperta qui a fine Ottocento – un cambio radicale di filosofia. Poco oltre, Maître Parfumeur propone da metà anni ’90 la propria ricercata selezione di fragranze a una clientela affezionata. Dall’altra parte della vetrina, incombe la Gran Madre.
Borgo Po e Borgo Pilonetto
Sulla Chiesa della Gran Madre di Dio non mancano le leggende, dai legami con un presunto tempio antico alla dea Iside fino a certi indizi sul Graal degni di un romanzo di Dan Brown. Meglio attenersi alla storia ufficiale del luogo, voluto per celebrare il ritorno in città da parte dei Savoia nel 1814, dopo la parentesi di dominio francese, ma completato solo nel 1831 – che il progetto in stile neoclassico di Ferdinando Bonsignore si ispiri al Pantheon di Roma non è invece un mistero.
Ben rialzata, lo sguardo dritto verso il ponte e via Po, la chiesa è il punto d’osservazione ideale per ammirare piazza Vittorio Veneto, la piazza che si apre ad abbracciare il fiume – già punto di partenza del percorso dedicato ai negozi sotto i portici. Da qui in avanti, sempre camminando verso sud, si aprono nuove storie e nuovi scenari da entrambe le sponde: i Murazzi del Po e i loro locali, i gloriosi circoli canottieri della città, il parco del Valentino con il Borgo Medievale e poi ponte Isabella, corso Moncalieri e i suoi negozi – come Ajassa Arte Cinese, scrigno d’arte e antichità tra le case di Borgo Pilonetto, sotto la borgata di Cavoretto su in collina.
Presto bisognerà ripartire.




