Rosada dal 1926

EPIC di valore storico, artistico e culturale

Sono i primi anni del Novecento quando il giovanissimo Alberto Rosada, nonno di Mauro, attuale gestore della gastronomia, arriva a Torino per fare il garzone in salumerie e negozi di formaggi.

Dopo una serie di esperienze di alto livello, decide di avviare la sua attività. Questo momento è sancito da un oggetto simbolico: la statuina in terracotta di un cuoco, donata in segno di buon auspicio dal titolare dell’attività in cui Alberto lavorava in precedenza.

Oggi la statuina è ancora lì, umile e “sacra”, simbolo dei tanti sacrifici fatti dal nonno per avviare questa impresa di famiglia. Se inizialmente venivano proposti solo piatti freddi, dopo la guerra le abitudini alimentari dei cittadini cambiano, e la cucina si evolve. Il variare nel tempo di colori, profumi e ingredienti che decorano le vetrine di Rosada sono la storia in movimento di una città e delle sue abitudini.

Negli anni Ottanta i laboratori si ampliano, per accogliere un’ampissima offerta di ricette. La tradizione del Piemonte è una costante, le influenze di altre regioni e paesi un’ispirazione. Qui convivono il cous cous fatto in casa Rosada e l’insalata russa originale, prodotta secondo l’antica ricetta: all’interno c’è un filetto di tonno, l’impasto è più magro e leggero.

perché comprare vicino?

Perché si compra poco, spesso e fresco.

Mauro Rosada
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